11/01/2021 00.00 - Mondo Utilities
Il progetto Swat da’ i suoi primi risultati: si conferma il ruolo fondamentale delle proprietà del suolo per il suo effetto filtrante anche per il glifosate.
Sono arrivati i primi risultati
del progetto Uni-Impresa SWAT, sviluppato dal Centro Interdipartimentale di
Ricerca “Centro idrologia Dino Tonini” dell’Università degli Studi di Padova,
assieme ai due gestori del servizio idrico integrato della provincia di
Treviso, Alto Trevigiano Servizi e Piave Servizi. La ricerca ha evidenziato una
limitata mobilità dell’erbicida nel primo metro di suolo che funziona da filtro
per ridurre la probabilità di contaminazione delle acque di falda.
08 gennaio 2021. Il
progetto di ricerca SWAT, acronimo di Subsurface Water quality and Agricultural
pracTice monitoring, finanziato all’interno del bando Uni-Impresa 2017 promosso
dall’Università di Padova, è iniziato nel febbraio 2018 e si è concluso nel
2020. Lo scopo della ricerca è stato quello di studiare l’impatto delle
pratiche di diserbo sull’utilizzo delle acque di falda ad uso idropotabile; in
particolare si è scelto di studiare la dinamica del glifosate in due aree
interessate da coltivazioni di vigneti. Per quanto riguarda Ats,
l’area di sperimentazione è stata individuata nel sito di Settolo, a
Valdobbiadene, dove esiste un’importante opera di presa da pozzo che garantisce
l’approvvigionamento di acqua potabile per più di 30 mila abitanti. Piave
Servizi S.p.A. ha invece scelto come sito pilota l’area circostante il campo
pozzi in località Colnù, funzionale al servizio della città di Conegliano. La sperimentazione ha
visto, per entrambi i siti, il trattamento di alcune aree del terreno con
glifosate e il successivo monitoraggio del suo destino attraverso la zona
radicale fino a una profondità di 70 centimetri. Pur essendo le due aree
caratterizzate da diverse morfologia e pedologia del sottosuolo, i risultati
mostrano che l’erbicida tende a fermarsi perlopiù in superficie dissipandosi
fino a metà del valore inizialmente distribuito in soli 48 giorni. In alcuni
casi sporadici è stato trovato anche negli strati più profondi, specialmente in
concomitanza con forti eventi piovosi e dove le peculiari caratteristiche del
suolo di matrice grossolana ne favoriscono l’infiltrazione, come dimostrano
anche i risultati di altri studi internazionali. Si conferma quindi quanto sia
complesso il fenomeno, e con un tempo esiguo di sperimentazione è difficile
poter generalizzare ulteriormente i risultati. “È dal 2006 che Ats ha cominciato a
riflettere sugli effetti che la continua antropizzazione può comportare sulla
qualità dell’acqua che preleviamo dai nostri pozzi – spiegano il
Direttore di Ats, Roberto Durigon, e Paolo Pizzaia, Responsabile delle Risorse Idriche,
Energia e Territorio di ATS – Come sito per la sperimentazione abbiamo
scelto Settolo, con l’obiettivo di estendere in futuro i risultati della
ricerca nell’area nord del territorio servito da Ats, magari usando come
marcatori dei prodotti fitosanitari con caratteristiche chimico-fisiche
rappresentative della gamma di quelli utilizzati in zona. Il fine è garantire
la qualità dell’acqua delle principali fonti a servizio del territorio
gestito”. In futuro si valuterà
l’estensione dello studio anche all’area di 8 mila ettari in provincia di
Treviso destinata alla produzione del prosecco e degli effetti dell’uso dei
prodotti fitosanitari sulle falde acquifere, andando a definire pozzo per pozzo
la vulnerabilità. “Questo è un problema
complesso che richiede un’analisi multidisciplinare ed elevate competenze e
capacità tecnico-organizzative – dicono il Presidente
di Ats, Fabio Vettori, e l’Amministratore delegato, Pierpaolo Florian –
La sfida è di fondamentale importanza perché ne va della qualità della risorsa
idrica e perché dà una spinta decisiva al miglioramento costante della qualità
del servizio idrico che i gestori devono garantire”. Per quanto concerne Piave
Servizi, la sperimentazione ha permesso di valutare con rigore scientifico le
conseguenze dell’utilizzo di erbicidi in un territorio fortemente antropizzato,
dove le attività produttive coesistono con l’utilizzo della risorsa
idropotabile, fondamentale per il territorio. I dati emersi sono confortanti e
porteranno alla condivisione di linee guida per piani di adattamento delle
pratiche agricole all'interno delle aree di protezione delle prese da pozzo, in
un percorso condiviso di valorizzazione del territorio. Fondamentale è stato
inoltre definire l’estensione delle aree di influenza dei pozzi. Nell’ambito
del progetto, per ciascun sito sono stati quindi sviluppati dei modelli
idraulici che consentono di perimetrare le aree di salvaguardia. Tali modelli
si basano sulla caratterizzazione numerica delle dinamiche
suolo-acqua-inquinanti e del trasporto delle specie pervenute in falda, con
l’individuazione dell’estensione areale delle aree di cattura (quelle
all’interno delle quali un eventuale sversamento potrebbe potenzialmente
interessare il pozzo), e possono essere adattati a diversi tipi di inquinanti
sulla base delle caratteristiche fisiche del composto osservato. “Siamo estremamente
soddisfatti degli esiti della sperimentazione – affermano il Presidente
di Piave Servizi Alessandro Bonet e il Direttore Generale Carlo Pesce – e,
alla luce dei risultati ottenuti, la volontà condivisa è di replicare tale
metodologia di indagine in altri punti sensibili di captazione, per stabilirne
il grado di vulnerabilità. L’obiettivo è quello di attuare una valutazione
globale e rigorosa che consenta una gestione ottimale del rischio nei punti di
approvvigionamento, per garantire la protezione delle risorse idriche ma
soprattutto la sicurezza dei nostri utenti, grazie alla riduzione di potenziali
pericoli per la salute nell'acqua destinata al consumo umano”.
NOTA:
Cautelativamente, in accordo con le autorità sanitarie locali, i Comuni hanno
imposto il divieto dell’uso del glifosate e il Consorzio del Prosecco Superiore
DOCG ha recepito tale divieto nel proprio Regolamento.
Laura
Canzian, Ufficio stampa Ats: 349.1332886
Lia
Caporin, Ufficio stampa Piave Servizi: 348.2555422 – lia_caporin@ideeuropee.com